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TEAM S'CIOS

CIMA NORD DI SAN SEBASTIANO
PER IL VIAZ DEI CENGIONI E VIA NORMALE

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I “viaz” sono dei sentieri che un tempo i cacciatori percorrevano per predare i camosci. Ve ne sono di veramente arditi sulle Dolomiti Bellunesi (ne sa qualcosa il grande Franco Miotto) ma anche sulle Dolomiti Zoldane. Il cosiddetto “viaz dei cengioni” che di seguito vi proponiamo è uno dei più semplici fra questi, esso percorre ad una quota attorno ai duemila metri tutto il fianco occidentale della Cima Nord di San Sebastiano. Come detto non è un percorso “impossibile” ma va comunque fatta molta attenzione in alcuni tratti esposti e scoscesi che richiedono senz’altro una certa esperienza escursionistica. L’intero percorso è altamente panoramico e dalla vetta si aprono visuali da perdere il fiato se si avrà la fortuna, come accaduto a noi, di trovare una giornata limpida e tersa. E’ consigliabile quindi percorrere questo itinerario in autunno, prima che arrivino le nevicate. 

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Passo Duran 1601 m. – Cima Nord di San Sebastiano (per il Viaz e la via normale)

Punto di partenza: Passo Duran a quota 1601 m.
Dislivello: 900 m  circa
Tempo complessivo: ore 6:30 circa
Difficoltà: A (per alcuni passaggi di I grado) il resto EE
Segnaletica:
sentieri con segnavia CAI  n.536 e 524 (per il viaz dei cengioni  e per la
cima bolli rossi, tracce ed alcuni ometti di pietra)
 
Relazione tecnica:
Giunti al Passo Duran (1601 m) salendo preferibilmente da Agordo o dalla Val Zoldana, vi si parcheggia l’auto e si prosegue per un centinaio di metri verso Zoldo fino ad incontrare sulla sinistra l’inizio del sentiero segnavia Cai n.536. Si sale in un bel bosco per una ventina di minuti sino ad incontrare una tabella con la deviazione per il “Viaz dei Cengioni”. Si lascia dunque il sentiero 536 e si gira a destra lungo un sentierino che conduce in una zona dirupata, oltre si piega a sinistra per risalire una fascia rocciosa (qualche metro di I grado),  giunti a una quota media di circa 2100 metri per una serie di ampie cenge e terrazze detritiche si percorre tutto il versante occidentale del San Sebastiano. Ogni tanto le cenge sono interrotte in corrispondenza dei canaloni che costringono a qualche passaggio delicato. Nel più esposto di questi vi erano stati installati alcuni fittoni con dei cavi fissi (a novembre 2009 vi erano rimasti solo i fittoni, comunque utili). Al termine del sistema di cenge si risale un costone ricoperto da mughi fino a giungere ad un salto roccioso. Ora tocca calarsi per una dozzina di metri esposti (anche qui un paio di fittoni ci vengono in aiuto) fino al fondo di un canale. Si sale ancora un po’ per facili salti rocciosi fino a giungere ad una bella sella erbosa da cui si gode un bel panorama sull’agordino e sulla Moiazza. Ora bisogna scendere per ghiaie fino sul fondo del vallone fino ad incontrare il sentierino della via normale. Lo si percorre in ripida salita fra ghiaie e roccette fino alla testata del vallone stesso raggiungendo così Forcella San Sebastiano tra la Cima Nord e la Cresta Sud (2350 m). Ora la via normale, contrassegnata da qualche bollo rosso e da ometti di pietra, risale tutto il fianco sud-ovest per facili roccette e qualche passaggio di I grado, fino a giungere sulla panoramicissima vetta a quota 2488 m (bellissimo panorama a 360 gradi su tutte le Dolomiti Zoldane).
Si ridiscende ora per il medesimo itinerario fino ai piedi del pilastro sud-ovest della Cresta Sud, da qui si scende per il Van di Caleda fino a confluire nel sentiero 524. Si scende per terreno ripido fino ad incontrare una deviazione sulla destra proprio alla base del Sass di Caleda, la si percorre con andamento nord-ovest e, oltrepassata una cengia un po’ esposta ma attrezzata con cavo metallico, ci si riporta su terreni boscosi misti a pascoli e dopo un ulteriore radura si riguadagna il Passo Duran dove ha termine il nostro percorso ad anello.

Cartografia:  Editrice Tabacco foglio 025.
Bibliografia: “Escursioni – Val di Zoldo” di P.Lazzarin e P.Bonetti, Ed.Cierre –Verona 1997.

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