TEVERONE AROUND
Giro attorno al "duca" dell'Alpago

“Ci sono più cose in cielo e in terra d’Alpago, Scios, di quante ne sogni la tua filosofia”. Accade così, nel solitario regno dei monti d’Alpago, che tra Lastramor e Fagoreit s’invertano le dimensioni, che un giardino verticale disseminato di fiori ed essenze alpine ti sfiori la punta del naso mentre sei attaccato a un cavo d’acciaio, facendoti provare sensazioni di farfalla mentre l’abisso della val Chialedina si apre sotto i tuoi piedi e le tre cime Valars, Cimon e Busa Secca del Teverone ti sovrastano dall’alto....
Gli Scios non ricercano la bava metallica, vi ricorrono per le cime più belle quando l’alternativa non è pane per i loro denti, soprattutto non ci si issano mai come certi forzuti (e un po’ buffi) sprinter domenicali. Ma il sentiero attrezzato “Rino Costacurta”, l’ardito tracciato che percorre l’intera parete nord del Teverone, è un passaggio obbligato per chi voglia “circumnavigare” in giornata la seconda cima dell’Alpago, e ancor più, un susseguirsi di sensazioni ed emozioni intense cui non ci si può e deve sottrarre. E’ una lunga traversata di cenge oblique e pareti strapiombanti, che alternano il bianco del calcare al verde delle praterie verticali e, nella bella stagione, ai cento colori delle fioriture, alcune delle quali endemiche e perciò particolarmente preziose. Il percorso, tra Alpago e val Chialedina, sembra non finire mai, pur dipanandosi per intero sotto i nostri occhi fin dal secondo e definitivo scollinamento nel versante friulano, poichè non se ne intuisce l’uscita se non in prossimità del canalino finale che conduce in breve a forcella Fagoreit. L'esposizione in molti punti è davvero notevole, ed in un paio di punti chiave bisogna usare bene i piedi in appoggio, per non affaticare troppo le braccia.
La prima estate è il periodo più adatto a goderne la bellezza, per via delle fioriture nella parte centrale detta “i giardini”, ma anche in autunno ne abbiamo subìto il fascino, percorrendolo in silenzio e assorta solitudine, più con l’anima che con gli scarponi.
Il percorso attrezzato, lungo 2.2 Km è stato inaugurato nel ’79 dal CAI di Vittorio V.to ed intitolato a Rino Costacurta, socio ed ideatore del percorso dell’altavia N.7 di cui il sentiero è parte; dopo il dissesto dovuto alle continue frane ed alcuni anni di abbandono, è stato riaperto nel 2002 grazie ai lavori di ripristino della stessa Sezione di Vittorio V.to e dell’allora sottosezione CAI dell’Alpago.
Completano l’itinerario del "Teverone around" l’avvicinamento al “Costacurta” dapprima attraverso il Venal di Montanes, al cospetto della dorsale Ovest del gruppo del Col Nudo, e poi traversando verso la solitaria parete nord della cima di Valars fino a Forcella Bassa dietro il Teverone; la discesa da forcella Fagoreit nel venal di Funes, con visuale che spazia dalle Rocce Bianche al Cavallo;il rientro da Casera Venal a casera Degnona (punto di partenza suggerito per il giro) avviene per il sentiero Alpago natura, passando proprio al di sopra della impressionante frana di S. Martino. Da provare...
Gli Scios non ricercano la bava metallica, vi ricorrono per le cime più belle quando l’alternativa non è pane per i loro denti, soprattutto non ci si issano mai come certi forzuti (e un po’ buffi) sprinter domenicali. Ma il sentiero attrezzato “Rino Costacurta”, l’ardito tracciato che percorre l’intera parete nord del Teverone, è un passaggio obbligato per chi voglia “circumnavigare” in giornata la seconda cima dell’Alpago, e ancor più, un susseguirsi di sensazioni ed emozioni intense cui non ci si può e deve sottrarre. E’ una lunga traversata di cenge oblique e pareti strapiombanti, che alternano il bianco del calcare al verde delle praterie verticali e, nella bella stagione, ai cento colori delle fioriture, alcune delle quali endemiche e perciò particolarmente preziose. Il percorso, tra Alpago e val Chialedina, sembra non finire mai, pur dipanandosi per intero sotto i nostri occhi fin dal secondo e definitivo scollinamento nel versante friulano, poichè non se ne intuisce l’uscita se non in prossimità del canalino finale che conduce in breve a forcella Fagoreit. L'esposizione in molti punti è davvero notevole, ed in un paio di punti chiave bisogna usare bene i piedi in appoggio, per non affaticare troppo le braccia.
La prima estate è il periodo più adatto a goderne la bellezza, per via delle fioriture nella parte centrale detta “i giardini”, ma anche in autunno ne abbiamo subìto il fascino, percorrendolo in silenzio e assorta solitudine, più con l’anima che con gli scarponi.
Il percorso attrezzato, lungo 2.2 Km è stato inaugurato nel ’79 dal CAI di Vittorio V.to ed intitolato a Rino Costacurta, socio ed ideatore del percorso dell’altavia N.7 di cui il sentiero è parte; dopo il dissesto dovuto alle continue frane ed alcuni anni di abbandono, è stato riaperto nel 2002 grazie ai lavori di ripristino della stessa Sezione di Vittorio V.to e dell’allora sottosezione CAI dell’Alpago.
Completano l’itinerario del "Teverone around" l’avvicinamento al “Costacurta” dapprima attraverso il Venal di Montanes, al cospetto della dorsale Ovest del gruppo del Col Nudo, e poi traversando verso la solitaria parete nord della cima di Valars fino a Forcella Bassa dietro il Teverone; la discesa da forcella Fagoreit nel venal di Funes, con visuale che spazia dalle Rocce Bianche al Cavallo;il rientro da Casera Venal a casera Degnona (punto di partenza suggerito per il giro) avviene per il sentiero Alpago natura, passando proprio al di sopra della impressionante frana di S. Martino. Da provare...
Punto di partenza: Casera Degnona a 1102 m (località Montanes in comune di Chies d’Alpago)
Dislivello: 1000 m circa
Tempo complessivo: 7 ore circa
Difficoltà: EEA
Segnaletica: sentiero Alpago Natura; segnavia CAI n.965; segnavia CAI n.930; Alta Via N.7 segnavia CAI n. 932; sentiero Alpago Natura.
Cartografia: Carta escursionistica Tabacco 012 – Alpago – Cansiglio (scala 1:25000)
Relazione tecnica:
L’avvicinamento prende il via da Casera Degnona (1102m), sopra la frazione di Montanes, nel comune di Chies d’Alpago. Da lì, il sentiero Alpago natura conduce a casera Scalet Bassa (1169m); da questa – per segnavia CAI 965- si risale quindi il Venal di Montanes fino in prossimità dei ruderi di casera Scalet alta (1625m). Al bivio si prende a destra il sentiero CAI 930 che conduce, dapprima per pendii erbosi e poi per valloni e pietraie a forcella bassa Teverone (1928m).
Dalla Forcella, risalendo verso sud, si raggiunge in breve l’attacco del sentiero attrezzato Costacurta. Il tracciato risale dapprima un canalino roccioso, scollinando subito dopo nel versante Val Chialedina. Risalita a zig zag una pala erbosa, ci si riporta nel versante Alpago per risalire, zig zagando per cenge, la parete nord del Lastramor fino ad un’ampia cengia orizzontale che riporta definitivamente in vista della val Chialedina. Comincia qui la discesa che, dapprima per cengia erbosa, poi con un salto verticale espostissimo e sprovvisto di grandi appoggi (passaggio chiave) e infine per lunga cengia inclinata, porta ai “Giardini”, il punto più basso del percorso. Dai giardini si costeggia rimanendo in quota su esili solchi nel pendio erboso. Si affrontano successivamente ulteriori passaggi impegnativi per placche e cenge giungendo finalmente ad un tratto di sentiero esposto (mancanza di corda) ma facilmente percorribile. Ritornati in terreno roccioso, si prosegue traversando e poi salendo diagonalmente su rocce (a volte malferme) fino ad un ripido e faticoso canalino erboso, assai infido se bagnato che porta però all'uscita del sentiero attrezzato (forcella Fagoreit). Da qui (segnavia CAI 932, non sempre evidente) inizia la ripida discesa che, dapprima per pendii erbosi e poi per pietraie porta a casera Venal, all’imbocco del Venal di Funes. Il ritorno a casera Degnona avviene per il sentiero Alpago natura, che passa proprio al di sopra della impressionante frana di S. Martino. Tempo 7 ore. Dislivello 1000m.
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Dislivello: 1000 m circa
Tempo complessivo: 7 ore circa
Difficoltà: EEA
Segnaletica: sentiero Alpago Natura; segnavia CAI n.965; segnavia CAI n.930; Alta Via N.7 segnavia CAI n. 932; sentiero Alpago Natura.
Cartografia: Carta escursionistica Tabacco 012 – Alpago – Cansiglio (scala 1:25000)
Relazione tecnica:
L’avvicinamento prende il via da Casera Degnona (1102m), sopra la frazione di Montanes, nel comune di Chies d’Alpago. Da lì, il sentiero Alpago natura conduce a casera Scalet Bassa (1169m); da questa – per segnavia CAI 965- si risale quindi il Venal di Montanes fino in prossimità dei ruderi di casera Scalet alta (1625m). Al bivio si prende a destra il sentiero CAI 930 che conduce, dapprima per pendii erbosi e poi per valloni e pietraie a forcella bassa Teverone (1928m).
Dalla Forcella, risalendo verso sud, si raggiunge in breve l’attacco del sentiero attrezzato Costacurta. Il tracciato risale dapprima un canalino roccioso, scollinando subito dopo nel versante Val Chialedina. Risalita a zig zag una pala erbosa, ci si riporta nel versante Alpago per risalire, zig zagando per cenge, la parete nord del Lastramor fino ad un’ampia cengia orizzontale che riporta definitivamente in vista della val Chialedina. Comincia qui la discesa che, dapprima per cengia erbosa, poi con un salto verticale espostissimo e sprovvisto di grandi appoggi (passaggio chiave) e infine per lunga cengia inclinata, porta ai “Giardini”, il punto più basso del percorso. Dai giardini si costeggia rimanendo in quota su esili solchi nel pendio erboso. Si affrontano successivamente ulteriori passaggi impegnativi per placche e cenge giungendo finalmente ad un tratto di sentiero esposto (mancanza di corda) ma facilmente percorribile. Ritornati in terreno roccioso, si prosegue traversando e poi salendo diagonalmente su rocce (a volte malferme) fino ad un ripido e faticoso canalino erboso, assai infido se bagnato che porta però all'uscita del sentiero attrezzato (forcella Fagoreit). Da qui (segnavia CAI 932, non sempre evidente) inizia la ripida discesa che, dapprima per pendii erbosi e poi per pietraie porta a casera Venal, all’imbocco del Venal di Funes. Il ritorno a casera Degnona avviene per il sentiero Alpago natura, che passa proprio al di sopra della impressionante frana di S. Martino. Tempo 7 ore. Dislivello 1000m.
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