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TEAM S'CIOS

Giro delle 4 forcelle
tra Val Mesath e Val Gallina

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Ancora una volta il richiamo di quei nomi così improbabili che sembrano usciti da chissà quale leggenda ci ha spinto a ripercorrere i sentieri sui monti che si affacciano sulla Val Vajont.  Malbarc, Candùabo, Mesath (scritto con la “th” finale come in inglese perché si pronuncia proprio così) sono solo alcuni dei toponimi che ritroviamo da queste parti, infatti il dialetto locale, quello ertano per intenderci, si rifà più al friulano anziché al bellunese che si parla nella sottostante Longarone.
Ma veniamo ai luoghi da noi visitati in autunno avanzato, che sembra essere il periodo migliore per effettuare questa escursione, la Val Mesaz innanzi tutto, una valle nascosta dietro alla diga del Vajont, di fronte al paese di Erto ed incorniciata dal Monte Toc, dal Col Nudo, dalle Cime di Pino e dal Monte Zerten. Il paesaggio della Val Mesaz inizialmente racchiuso in un fitto bosco, si apre poi su un ampio pianoro in prossimità del rifugio Casera Ditta, da cui si può intuire il percorso dell'escursione che toccherà la forcella Bassa, la forcella Malbarc, la forcella de l’Agre e la forcella di Candùabo; quattro forcelle che separano i monti Formigoler e Croda Bianca i quali formano una cresta dalla forma frastagliata tra il Col Nudo e il monte Toc. Il silenzio della vallata sembra innaturale, ma permette di ascoltare "le voci del bosco". Ora il nostro sentiero sale alto sul versante di Val Gallina, da dove possiamo ammirare l’imponente parete nord occidentale del Col Nudo. Il sentiero si inerpica fra faggi e mughi e oltrepassata anche la forcella dell’Agre,ci fermiamo su una cresta sporgente ad ammirare il paesaggio verso nord: tutto intorno il territorio delle Dolomiti della Sinistra Piave un ambiente montano per lo più incontaminato e selvaggio, ettari  di wilderness a perdita d’occhio. Infine il tratto più bello e selvaggio che aggira su cenge la rocciosa Croda Bianca, un luogo che a giudicare dalle numerose tracce è dimora ideale per i camosci. Dopo aver valicato anche l’ultima forcella riscendiamo in versante Val Mesaz per ripidi sentieri nel bosco e torniamo alle macchine quando è ormai buio, ma la luna è piena ed illumina la strada del ritorno.
La giornata è stata intensa di soddisfazioni e non poteva concludersi senza scambiarci le emozioni vissute in compagnia gustando dell'ottimo frico (prelibatezza locale a base di formaggio e patate).
 

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La Pineda 787 m. –  Forcella di Candùabo m. 1612 passando per forcella Bassa, forcella Malbarc e forcella de l’Agre 

Punto di partenza: La Pineda  (787 m), frazione di Erto
Dislivello: 900 m  circa
Tempo complessivo: 6:30 ore circa
Difficoltà: E-EE Itinerario in ambiente selvaggio un po’ impegnativo nella seconda parte per la traccia incerta e l’asprezza dei luoghi
Segnaletica:
mulattiera e sentiero con segnavia CAI  n.905-906

Relazione tecnica:
Superata l’imponente diga del Vajont si prosegue in direzione di Erto, giunti all’altezza della palestra di roccia si gira a destra imboccando una stradina che oltrepassa la spaventosa frana del MonteTòc e risale la valle in sinistra idrografica fino all’abitato di La Pineda proprio all’imbocco della Val Mesaz. Qui si lascia l’auto e si prende il sent. segn.905 che prende quota fino ad incontrare una strada forestale che diviene poi mulattiera. Si continua per questa internandosi nella valle e, superate alcune zone franose si raggiunge il fondo della valle dove questa si allarga nel ghiaioso Pian di Mesaz. Attraversato il torrente su un ponticello, si sale in breve per prato al rifugio Casera Ditta. Seguendo sempre il sent. 905 si scende sul greto del torrente Mesaz ove si trova un bivio, al quale si prende a dx. per il segn.906 che risale ripidamente un bel bosco di faggi, fino a raggiungere una misera capanna e subito dopo la Forca Bassa 1328 m. (fin qui ore 2.15).
Si prosegue ora verso ovest in quota in versante Val Gallina, si attraversa una zona molto ripida e, salendo per valletta boscosa, si raggiunge la Forcella Malbarc 1405 m.
Continuando ora in versante Mesaz, si sale alla base di landri per un sentiero aperto fra faggi e mughi; oltrepassata una dorsale secondaria, si sale a raggiungere la Forcella de l’Agre 1573 m. Ora il sentiero aggira su delle cenge la Croda Bianca nuovamente su versante di Val Gallina  fino alla forcella di Candùabo 1612 m.in ambiente selvaggio sotto la Cima Mora (fin qui ore 4.45). Dalla forcella il sentiero, con tratti di difficile individuazione, segue verso nord est in ripida discesa il vallone detto Gè di Lavéi fino ad immettersi nel sentiero di accesso al rifugio Casera Ditta il quale viene percorso in discesa fino a tornare alla località La Pineda. 

Cartografia
: Editrice Tabacco foglio 021

Bibliografia: “Monti dell’Alpago” di R.Bettiolo, Nuove Edizioni Dolomiti – Pieve d’Alpago 1993.

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